La risposta più immediata potrebbe essere che "fanno gola entrambi", seppur in modo diverso, ma non è questa...
In questo caso la risposta è: una spugna di fibrille proteiche realizzata a partire da un sottoprodotto del latte ottenuto durante il processo di lavorazione del formaggio. Questa spugna permette, in modo sostenibile, l'estrazione dell'oro da componenti elettronici, onnipresenti in dispositivi comuni come cellulari, computer, macchine fotografiche, eccetera.
L'oro, infatti, oltre ad essere un metallo nobile, apprezzato nel mondo del "luxury" (oreficeria, gioielleria e investimenti), è anche un ottimo metallo conduttore che non si altera nel tempo.
La ricerca nel settore del recupero delle materie prime da apparecchi elettronici arrivati a "fine vita" (in Italia rientrano nei RAEE, Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), ha portato gli studiosi del Politecnico di Zurigo a sviluppare un metodo che molto probabilmente porterà enormi vantaggi nel settore del riciclo del bene rifugio, riducendo di conseguenza l'impatto ambientale nei prossimi anni, almeno in questo ambito.
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