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Meglio oro fisico o ETF? Due modi di investire. Due filosofie a confronto

  • Immagine del redattore: Stefano Saldarelli
    Stefano Saldarelli
  • 19 ott
  • Tempo di lettura: 8 min

Non è solo una scelta finanziaria ma una questione di libertà, controllo e visione del valore.


Mi capita spesso di discorrere con consulenti finanziari, clienti, amici o colleghi sul tema: "Meglio fisico o finanziario? ETF, ETC o lingotti reali?"


Il dibattito è sempre acceso e, a ben vedere, non riguarda solo i numeri o i rendimenti. È una questione di approccio personale, di filosofie a confronto, forse persino di visione del mondo differenti.


C’è chi ama avere tutto sullo schermo e demandare la gestione del proprio denaro a terzi e chi invece vuole sentire il metallo tra le mani, percepirne il valore reale e avere il controllo completo di ciò che possiede.

Sono due modi di concepire la sicurezza, due modi di guardare al proprio denaro. Con ETF ed ETC si parla di tempo, mentre con l’oro fisico si parla di futuro.

Due filosofie che, alla fine, dicono più di quanto investiamo che di quanto possiamo guadagnare.

Oro fisico da investimento vs. ETF ed ETC
Oro fisico da investimento Vs. Oro finanziario - immagine realizzata con ChatGPT

Per chi non lo sapesse, cosa sono gli ETF e gli ETC?

  • ETF (Exchange Traded Fund) sono fondi quotati in borsa che replicano l’andamento, in questo caso, di un asset come l’oro. In pratica, comprando un ETF sull’oro non possiedi il metallo fisico, ma una quota del fondo che ne segue il prezzo. L’investitore diventa così proprietario di una parte di quel fondo, non del metallo stesso. In altre parole, si possiede il valore dell’oro, non l’oro fisico.

  • ETC (Exchange Traded Commodity) sono invece strumenti strutturati come obbligazioni, sempre quotati in borsa, che replicano il prezzo di una commodity (materia prima), ad esempio l’oro. In questo caso, il possessore ha un diritto economico sull’andamento del prezzo dell’oro, ma non detiene fisicamente né lingotti né monete.


Il fascino (e la comodità) del dematerializzato

Gli ETF e gli ETC sull’oro piacciono a chi non vuole complicazioni: si acquistano online, non serve un caveau, non occorre pensare al trasporto e alla custodia. Rappresentano una quota di oro, non l’oro in sé. Sono veloci, liquidi, speculativi. In una parola: digitali.

E qui arriva il primo punto chiave: con un ETF o ETC non possiedi oro, ma il suo riflesso.

Qualcuno potrà dire: "E chi se ne frega... ci guadagno lo stesso". Affermazione lecita e logica. Non sono uno che è contrario agli ETF/ETC e non sono un fondamentalista dell’oro fisico. Questo articolo vuole porsi come uno spunto di riflessione su un tema importante quanto sempre più attuale.


La metafora della Ferrari

Qualche tempo fa mi capitò di parlare con un ferrarista. Una persona che non aveva una, non due, ma ben tre Ferrari. Mi chiese perché dovesse acquistare oro fisico piuttosto che ETF… “me la servì su un vassoio d’oro”.

Gli risposi: “Lei perché ha scelto di acquistare tre auto Ferrari e non 30/300/3000 azioni della società Ferrari?”

Fermo restando che una cosa non esclude l'altra; spesso si incorre in questo errore di fondo. Capisco che non tutti hanno “poderi al sole” e che le risorse siano quelle, ma nel caso del ferrarista e di altri investitori con cui ho modo di relazionarmi, si tende a pensare che chi investe in oro fisico non debba o non possa investire anche in un ETF/ETC e viceversa. Personalmente sarei propenso a investire in un ETF su argento, rame o altre materie prime che, se acquistate in forma fisica, non hanno quel fascino e valore rappresentati dall'oro; oltre a essere soggette a imposta a valore aggiunto (IVA), al contrario dell'oro fisico da investimento che ne è esente. Altro vantaggio da considerare e altra differenza che può far prendere delle decisioni più equilibrate in un'ottica di diversificazione.


Precisazione importante in merito alla classificazione dell'oro secondo gli accordi Basilea III

Spesso si legge che l’oro, secondo Basilea III, sia stato classificato Tier 1 (livello di rischio minimo). Di fatto, fin dai primi accordi (Basilea I), l’oro è sempre stato classificato con rischio pari a 0%; nulla è poi cambiato.

Secondo LBMA (London Bullion Market Association), cito:

"Gli Accordi di Basilea sui Capitali prevedono una ponderazione del rischio pari allo 0% per l'oro, che è lo stesso trattamento applicabile al contante. Questo vale per tutti e tre gli Accordi di Basilea. La norma stabilisce che l'oro detenuto nel caveau di una banca è considerato un'attività di Livello 1 con una ponderazione del rischio pari a zero. Nulla è cambiato dalla creazione dell'Accordo di Basilea I originale nel 1988."


Accordi Basilea (I, II e III): sono regolamentazioni bancarie internazionali definite dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria.


L’oro fisico: la concretezza che non passa mai di moda

Chi sceglie l’oro fisico non sta solo investendo ma sta costruendo una riserva personale di valore. Un bene tangibile, non soggetto al fallimento di una piattaforma, a blackout tecnologici o a scelte speculative di terzi.

Non è un caso se le Banche Centrali di mezzo mondo accumulano oro fisico e non ETF. Non per nostalgia dei tempi antichi ma perché, nei momenti di incertezza, il metallo giallo è l’unico che non promette ma esiste. È lì, immobile, ma eterno. Può essere fuso, custodito, tramandato.

Mi capita di parlare con i clienti e di mostrare un lingottino da pochi grammi e dire:

"Puoi non conoscere il fixing, lo spread o il valore effettivo di questo lingottino, ma se serve a sostenere la tua famiglia, in qualsiasi condizione questo lo scambi con alimenti, vestiario, medicine… Con un prodotto digitale non so cosa potresti farci, almeno nell'immediato."

Nessun altro asset offre la stessa sensazione di indipendenza e continuità.

Questione di fiducia (e di controllo)

Quando compri oro fisico, sei tu il custode. Lo vedi, lo tocchi, lo pesi e puoi decidere quando venderlo, senza vincoli.


Con ETF e ETC entri in un circuito finanziario dove l’oro è più un concetto che una presenza. La tua fiducia si sposta dal metallo all’istituto che lo gestisce.

E se un giorno quello schema dovesse incrinarsi?

Beh, lo abbiamo già visto nella storia: basta un decreto, un blocco, una crisi di fiducia o una bolla finanziaria (vedi mutui subprime con Lehman Brothers o in Italia vedi i vari crack come Parmalat, Cirio o anche quelli di BPVi o Banca Popolare di Bari, Banca Etruria, etc)… e ciò che sembrava “tuo”, in un istante, può smettere di esserlo.


Un richiamo alla storia (non per nostalgia, ma per memoria)

L’oro è sempre stato un bene “scomodo” per chi detiene il potere.


Negli Stati Uniti, nel 1933, il presidente Franklin D. Roosevelt firmò l’Executive Order 6102, obbligando i cittadini a consegnare l’oro fisico alle banche centrali: circa 600 tonnellate di oro vennero ritirate dal pubblico. Chi si rifiutava rischiava multe salate e persino il carcere.


In Italia, negli anni del fascismo, il regime promosse la campagna “Oro alla Patria”, invitando cittadini, banche e aziende a conferire lingotti e monete allo Stato. Nel 1935, le riserve italiane superarono 1.500 tonnellate di oro grazie anche a questo conferimento forzoso.


Questi episodi dimostrano quanto il metallo giallo rappresenti potere reale e autonomia economica: chi possedeva oro fisico godeva di indipendenza che nessun foglio di carta avrebbe garantito.

Oggi, il contesto giuridico è diverso: le costituzioni occidentali tutelano fortemente la proprietà privata. In Italia, l’articolo 42 della Costituzione stabilisce che l’espropriazione è possibile solo per pubblico interesse e previo indennizzo. Una confisca generalizzata dell’oro sarebbe incostituzionale e politicamente esplosiva.

Inoltre, l’Italia non ha più una moneta sovrana da difendere: la Banca d’Italia non può “chiedere oro” ai cittadini per sostenere la lira, perché la lira non esiste più. Oltre a questo, Banca d'Italia ha ben 2.452 tonnellate di oro nei vari caveaux, posizionandosi come nazione al terzo posto nella classifica mondiale per possesso di oro.

Gli Stati oggi accumulano oro - non lo vendono o cedono.

Negli ultimi anni, i governi e le banche centrali stanno comprando oro, "non lo stanno requisendo." Dal 2010 a oggi è in corso il più grande programma di accumulo aureo degli ultimi 50 anni (soprattutto da parte di Cina, Russia, India, Polonia, Turchia, Ungheria). Se un bene viene accumulato in silenzio (nemmeno tanto. Non è un caso che il valore dell'oro stia aumentando) e in quantità crescenti dai governi, difficilmente sarà "demonizzato" o sottratto ai cittadini: ne rafforza invece il valore strategico.

“Sì, la storia ci insegna che l’oro è stato in passato oggetto di requisizione. Ma questo accadde in momenti di crollo economico e in regimi che potevano permettersi di farlo.

Oggi, paradossalmente, viviamo in un contesto opposto: non ci tolgono l’oro, ci tolgono il contante.

L’oro fisico, dunque, non è un rischio: è una delle poche forme di indipendenza rimaste.

La verità sta nel mezzo (ma il baricentro pende verso il fisico)

Naturalmente, una cosa non esclude l’altra.

Chi vuole diversificare davvero può affiancare ETF a una quota di oro fisico, bilanciando liquidità e solidità. Ma nel lungo periodo, quando le borse tremano e le valute ballano, il metallo reale resta lì, fedele e silenzioso, a ricordarci che il valore non si misura solo in grafici, ma anche in grammi e con il prezzo crescente, nel medio-lungo termine, tutti i costi di gestione dell’oro fisico vengono ampiamente ammortizzati dal valore effettivo.


La filosofia del possesso

In fondo, la differenza è tutta qui: c’è chi preferisce sapere di avere oro, e chi si "preferisce" credere di averlo. C'è chi corre veloce e chi vede correre tutto troppo velocemente e preferisce costruire qualcosa che resti nel tempo.


Quindi, se la domanda è: "Meglio oro fisico o ETF?"

La risposta è che sono due modi di investire e due filosofie a confronto. Non c’è risposta giusta per tutti, ma c’è una certezza: l’oro fisico non ha bisogno di fiducia. Basta possederlo, anche se a noi piace affermare che: "LA FIDUCIA SI MERITA, NON SI CHIEDE!"; questo almeno per quanto riguarda il nostro operato.

Non è solo una scelta finanziaria, ma una questione di libertà, controllo e visione del valore.

Sono un Promotore Oro Careisgold Spa. Porto alle famiglie e alle imprese un valore tangibile. Il mio lavoro è trasformare carta (moneta) in oro fisico da investimento, spostando un valore basato su una convenzione verso un valore basato sulla effettiva scarsità, sul valore intrinseco universalmente riconosciuto; quel valore che da oltre 6.500 anni determina le sorti del mondo.


Meglio oro fisico o ETF? Due modi di investire. Due filosofie a confronto

Approfondimenti su questo articolo:

ATTENZIONE:

Non sono un consulente finanziario. Il mio ruolo consiste nella promozione di soluzioni in oro fisico da investimento, pensate per essere equilibrate, sostenibili e personalizzate in base alle esigenze specifiche di ogni cliente, sia privato che aziendale. Questo contenuto riflette la mia esperienza e opinione personale. Non rappresenta in alcun modo una posizione ufficiale dell’azienda con la quale opero in veste di Promotore Oro Careisgold SpA. Ogni investimento comporta dei rischi. Sebbene l’oro sia considerato un bene rifugio per eccellenza e la sua natura tangibile ne faciliti lo scambio fisico rispetto ad altri strumenti, esso non è esente da oscillazioni di mercato. La sua liquidabilità è generalmente elevata, ma può variare in funzione del contesto economico, della forma dell’oro detenuto e delle condizioni di mercato.

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